05 Feb 2009
Febbraio 5, 2009

La Crisi

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 UN’ALTRA VITTIMA DELLA CRISI ECONOMICA: GLI IMPIEGATI NOTARILI

LETTERA APERTA AI NOTAI ED ALLE ISTITUZIONI

“C’è crisi, c’è crisi, c’è crisi…”

Se non ce ne fossimo accorti (!) ci pensano giornali, tv, radio, mail, e chi più ne ha più ne metta, a ricordarci che siamo nel pieno di una crisi economica pari, o secondo alcuni anche superiore, a quella degli anni ’20 del secolo scorso.

Ma anche noi assistenti, impiegati, lavoratori, o come vogliono meglio definirci, degli studi notarili italiani, questa crisi la stiamo iniziando a sperimentare sulla nostra pelle.

Giungono, infatti, quotidianamente, alla nostra associazione tante segnalazioni di colleghi, sparsi qua e là per la nostra penisola, che ci mettono al corrente che, anche nel loro studio, è stato usato il metodo più antico praticato da un datore di lavoro, di grande o piccola dimensione esso sia, quando è in atto una crisi economica: LA RIDUZIONE DEL PERSONALE.

Certo, ognuno in casa sua è libero di comportarsi come gli pare (!!), specialmente in ambiti lavorativi dove ci si muove con facilità in mancanza totale di politiche di pronto soccorso sociale, ma non ci sembra assolutamente giusto che a pagare siano ancora una volta dei lavoratori che, per un motivo o per un altro, la mattina appena svegli devono avere come primo pensiero: RIUSCIRO’ ANCHE OGGI A CONSERVARE IL MIO POSTO DI LAVORO ?

Ci rivolgiamo, pertanto, in primo luogo ai notai italiani.

Come ci siamo detti tante e tante volte: siamo o non siamo “tante piccole famiglie che vogano INSIEME dalla stessa parte” ? Ed il capo famiglia in momenti di crisi cosa fa ? Dice al figlio, eventualmente al più piccolo: oggi non posso sfamarti, cercati un’altra famiglia ? Ci si siede tutti INSIEME intorno al tavolo ed INSIEME si cercano le soluzioni !

Come ad esempio in questo momento, in una qualsiasi famiglia italiana in difficoltà, i figli potrebbero evitare di andare in palestra per non gravare troppo sul bilancio familiare, i papà potrebbero stare più attenti alle luci accese in casa, ai consumi e, perchè no, fumare qualche sigaretta in meno, nelle nostre “famiglie lavorative” potremmo INSIEME cercare di ridurre consumi e sprechi razionalizzando al meglio il lavoro.

Alle Istituzioni invece chiediamo: perchè, ancora una volta, dobbiamo sentirci lavoratori di serie B (ed a volte di serie inferiori, quasi dilettantistiche…) ?

In momenti di crisi come questa vogliamo che sia lanciato anche noi il salvagente degli ammortizzatori sociali che ci consenta di non essere SOLTANTO DISPERATI !!!

Vi potranno sembrare una serie di interrogativi poco importanti ma, come per il passato, ribadiamo con fermezza che sono le domande che si pongono in questi giorni 50.000 (cinquantamila) lavoratori che, da qualche tempo, hanno smesso di “pensare soltanto a lavorare” (quando è possibile…..) ma che oggi, ancora una volta, FERMAMENTE ED INCESSANTEMENTE, chiedono che le loro voci siano ascoltate.

Il Consiglio Direttivo di UNIC@

 

One Response to La Crisi
  1. Sapete qual’è la differenza tra me e la cocca che è andata al grande fratello e si lamenta per il posto di hostess?
    Che a lei, se non si fosse fatta licenziare di suo, le avrebbero garantito la sopravvivenza con gli ammortizzatori sociali.
    A me, se perdo il posto di lavoro, non danno una cippa.


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